UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti 50 nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, progettisti, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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giovedì 21 settembre 2017

GEORGE OHR, IL VASAIO PAZZO DI BILOXI

Il vasaio pazzo di Biloxi, nome che sembra da solo già un film di Tim Burton, si chiamava George Edgar Ohr.  Era un genio diverso dal solito, capace di sperimentare strade del tutto innovative per l’arte e la storia della decorazione, plasmando l’argilla tra il 1880 e il 1910, ma anche di realizzare una sequenza di selfie bizzarrI, ironici e pieni di smorfie che all’epoca mai nessuno aveva mai realizzato, e che avevano come protagonisti indiscussi i suoi baffi lunghi 18 pollici.




Ohr (che in tedesco significa Orecchio) nasce a Biloxi, Mississippi, nel 1857 da immigrati tedeschi tenta vari mestieri prima di iniziare a lavorare come apprendista dal ceramista Joseph Fortune Meyer. Un incontro che cambierà la sua vita. Una vita non facile, che vedrà morire 5 dei suoi 10 figli, per poi morire lui stesso di cancro alla gola a 69 anni nel 1918.

Dagli anni ’80 inizia a produrre una sua linea creativa autonoma e personale, che presenta nel 1984 anche alla Fiera di New Orleans. Inizia a essere conosciuto e apprezzato nonostante le sue creazioni rompano ogni regola abituale, diventando oggetti fluidi, liquidi, totalmente espressivi e per la prima volta “astratti”. Forme che mi hanno ricordato le sperimentazione di fusione plastica degli anni ’80 del secolo successivi di Gaetano Pesce. I suoi vasi sembrano acciaccati, torti, dimenticati in forno. I colori sono completamente diversi da quelli della produzione di massa e del suo tempo.
E non le regalava mica le sue cose, visto che chiedeva $25 - l'equivalente di circa $500 oggi - per un piatto sgualcito con maniglie stravaganti. Da amare o da odiare.
Nel 1894 un incendio del suo laboratorio, una pagoda di 5 piani sulle rive del fiume, la "BILOXI ART POTTERY", distrugge gran parte della sua produzione.
Ohr raccolse i pezzi sopravvissuti al fuoco e, sebbene bruciati, tenne ogni pezzo con sé, per anni, chiamandoli "i miei bambini bruciati".
Ora l’architetto Frank O. Gehry ha disegnato un museo a lui dedicato e probabilmente le due follie liquide potranno finalmente incontrarsi.




 
 
George Ohr 1905
 
Gaetano Pesce, 1995 c.a.





The Ohr-O'Keefe Museum Of Art 
 designed by architect Frank Gehry and Gehry Partners.
 is a non-profit art museum located in Biloxi, Mississippi, dedicated to the ceramics of George E. Ohr, the self-proclaimed "Mad Potter of Biloxi". The museum is named for ceramic artist George E. Ohr (1857–1918), as well as Annette O'Keefe, late wife of former Biloxi mayor Jeremiah O'Keefe, Sr., who was instrumental in donating money and raising funds for the completion of the museum campus.[2][3]





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