UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti 50 nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, progettisti, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


Seguiteci anche ogni mese su ARTeDOSSIER
https://www.facebook.com/museoimmaginario.museoimmaginario

https://www.facebook.com/Il-Museo-Immaginario-di-Allfredo-Accatino-487467594604391/




martedì 12 settembre 2017

LAVA LAMP ICONA DEL DESIGN

Mettevi una musica d’atmosfera (Pink Floyd a gogo), e accendevi la lampada. La “trappola del sesso” era pronta alla fine degli anni ’70 e i primi anni ’80m per i predatori maschi.  E come un ragno, aspettavi che la preda suonasse al campanello…

Craven Walker

La lampada lava (o lampada Astro), per gli amici LAVA LAMP venne brevettata dall’inglese Edward Craven Walker  con il brand Mathmos, nel 1963. Era rimasto affascinato da un elettrodomestico rudimentale per bollire le uova visto in un pub del Dorset: uno shaker trasparente con all’interno acqua, cera e uova. Nel momento in cui la cera si scomponeva, l’uovo era  pronto. Venne così preparato un composto di oli minerali, cera di paraffina e tetracloruro di carbonio posto in un recipiente di vetro dalla forma affusolata. La presenza di una lampadina (alogena o a incandescenza) riscalda i liquidi. Il composto tende così ad alleggerirsi e a divenire più fluido; questo nuovo stato innesca un movimento verso l'alto e il distacco di porzioni di cera. Una volta giunto nella parte superiore del contenitore il composto si raffredda e ricade verso il basso.
La lampada inizialmente non ebbe molta fortuna finché non comparve in nel 1968 alcune soap inglesi di successo come Doctor Who e The Prisioner, ma il vero boom arrivò con l’acquisto della lava lamp da parte del batterista dei Beatles, Ringo Starr. E divenne per un dozzina d’anni un gadget di design di successo, partner di sballi allucinogeni per una generazione.
Secondo l’architetto inglese, Dan Hopwood, il successo di oggetti di arredamento molto colorati ebbero un grande successo perché i mobili fabbricati nell’immediato dopoguerra «avevano lo stesso colore del fango». Secondo Hopwood infatti, fino agli anni Sessanta, verniciare oggetti dai colori brillanti su larga scala costava troppo: in pochi anni furono sviluppate nuove tecniche che permisero di abbassare di molto i costi di produzione, e oggetti colorati prodotti in serie cominciarono a diffondersi insieme a un’idea di modernità e a culture pop più giovanili e vivaci. La lava lamp vi associava anche un’estetica space age, anch’essa molto popolare grazie all’imperversare della letteratura e del cinema di fantascienza. 
Molte le leggende metropolitane collegate, di certo ci fu un caso di morte nel 2004 quando Philippe Quinn, un giovane di 24 anni della città di Kent (stato di Washington), rimase vittima di un incidente mortale mentre cercava di riscaldare il composto di una lampada lava sui fornelli di cucina. L'eccesso di calore produsse una pressione all'interno della lampada tale da far esplodere il contenitore di vetro. Schegge trafissero il torace e il cuore del ragazzo. 
Sono state infine segnalate numerosi incidenti con gravi danni ai genitali durante casi di autoreotismo e su Youporn esiste addirittura un canale per tali prestazioni.

 
 Early lava lamp prototype, using a glass shaker (1960)

x
   'Doctor Who': 1968 prima apparizione lavalamp

 
Hustle & Flow (film, 2005)


la versione a onde con mare in scatola, 1980/1990





Nessun commento:

Posta un commento