UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti 50 nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, progettisti, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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lunedì 14 agosto 2017

RENE CREVEL, POETA, ARCANGELO, BOXEUR, ICONA


 

Un misto di arcangelo e di boxeur
Klaus Mann in La svolta, a proposito di René Crevel

Tristan Tzara e Renè (a destra)
René Crevel era bello, di una bellezza che i suoi contemporanei definirono “quasi imbarazzante”, ritratto da celebri artisti come Salvador Dalì, André Masson, Man Ray e Jacques-Emile Blanche.
Era un poeta. Era omosessuale con numerose divagazioni etero.
Klaus Mann ci racconta che René parlava mescolando parole dell'argot (gergo) parigino al linguaggio "lirico scientifico" dei surrealisti.
Si ucciderà a soli 35 anni, con il gas, nella notte tra il 17 ed il 18 giugno 1935 nella sua casa parigina, a pochi giorni dall'apertura del congresso dell'AEAR (Congresso degli Scrittori per la Difesa della Cultura a Parigi).
al quale aveva tentato, invano, di far partecipare Breton, escluso da Erhenburg, capofila della delegazione russa. Sapeva però anche di essere malato di tubercolosi, la malattia che aveva ucciso madre e fratello e della quale era terrorizzato.
Dalì, il primo ad accorrere, aveva trovato la casa invasa dai pompieri; subito dopo era arrivato Breton, che però era l'unico a possedere un'altra copia delle chiavi.
Ad un giovane amico che voleva suicidarsi Oscar Wilde aveva risposto: "E' il più grande favore che puoi fare alla società" e il giovane aveva desistito dal suo proposito
E’ sepolto nel Cimitero di Montrouge.


 
Tristan Tzara, Andre Breton, Salvador Dali, Max Ernst, Man Ray. Back row: Paul Eluard, Hans Arp, Yves Tanguy, Rene Crevel, 1933.

Una parabola non felice, iniziata a Parigi, nel 1900 in una famiglia della piccola borghesia transalpina che fu per lui fonte di numerosi episodi spiacevoli: il padre, tipografo, si suicidò nel 1914; la madre, molto cattolica, ebbe con René un pessimo rapporto, il fratello, malato di tubercolosi, morì giovanissimo.  Crevel si laureò in filosofia all'Università di Parigi e collaborò con varie riviste letterarie.  Tra la fine degli anni dieci e l'inizio degli anni venti condusse una vita piuttosto disordinata, che tuttavia gli permise di conoscere Klaus Mann (figlio del più celebre Thomas), che s'innamorò di lui, e soprattutto André Breton, il teorico del surrealismo che lo fece entrare nel suo movimento (1925).  Dopo essersi iscritto al Partito Comunista Francese nel 1924 Crevel pubblicò la sua prima opera Détours (Deviazioni). Nel 1925, anno della pubblicazione del romanzo Mon corps et moi (Il mio corpo e me), iniziò una tempestosa storia d'amore con il pianista e pittore statunitense Eugene Mac Cown, che probabilmente venne usata dai surrealisti (che non vedevano affatto di buon occhio la sua omosessualità, anche se nel suo caso forse sarebbe più corretto parlare di bisessualità) come pretesto per espellerlo dal gruppo nell'ottobre dello stesso anno. Nel 1926, dopo la pubblicazione di La mort difficile (La morte difficile), Crevel si accorse di essere anch'egli malato di tubercolosi. Continuò a pubblicare numerose opere, tra cui ebbero particolare successo Etes-vous fous? (Siete pazzi?) del 1929 e Les pieds dans le plat (I piedi nel piatto, espressione colloquiale francese per indicare una gaffe) del 1933.  Rimanendo fedele ad André Breton, tentò di accordare gli obiettivi di comunisti e surrealisti.  Nel 1934 si legò sentimentalmente a Tota Cuevas de Vera de la Serna, una ricca aristocratica sudamericana. La fine è nota. 

Notte

Dolcemente per dormir all'ombra dell'oblio
stasera
ucciderò i malandrini
taciti ballerini
della notte
che con piedi di velluto nero
mi suppliziano la carne nuda
supplizio dolce come l'ala dei pipistrelli
sottile tanto da far tremare
nei punti dove timida la pelle s'emoziona
per meglio amare, e aver paura
d'un corpo altrui e del freddo.
Ma stasera con che fiume fuggire o mia ragione?
È l'ora dei ragazzacci
l'ora delle canaglie.
Due occhi d'ombra spalancati nella notte
mi sarebbero dolci, dolci.
Prigioniero di tristi stagioni
son solo, che bel crimine rilucente
laggiù, laggiù all' orizzonte
forse un serpente e raggelato dal non amar affatto.
Ma dove scorre allargo, dove
il fiume che stasera serve
a fuggire la mia ragione?
Le città van sulle sponde
capelli lucidi, occhiaie profonde.
Niente so dire a queste puttane
per le quali sono
dei ragazzacci
per le quali sono
dei fieri sensali.
Son solo, che bel crimine rilucente
due occhi d'ombra spalancati nella notte
mi sarebbero dolci, dolci.
È l'ora delle canaglie.


 
  (Top L-R) Georges Malkine and Rene Crevel. (Bottom L-R) André de La Rivière, Robert Desnos, André Lasserre. Photo by Man Ray.


Jacqueline Chaumont (Mouth) and Rene Crevel (Eye) in dadaist play ‘Coeur

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